Specchio (La Stampa) - 19 febbraio 2005, n.455 [ pp. 36-38 ] - Non fate a chi le spara più grosse di Sandro Calvani |
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VITA non profit magazine - 25 febbraio 2005, n.8 [ p. 14 ] - L'Italia delle armi, un business esplosivo di Riccardo Bagnato e Benedetta Verrini |
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L'espresso - 3 marzo 2005, n. 8, anno LI [ p. 79 ] -
Bombe made in Italy di Marco Lillo |
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Premio Ilaria Alpi - 2 marzo 2005 [ Web ] - Armi d'Italia di Giuditta Lughi |
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Liberazione - 3 marzo 2005 [ p. 12 ] - Italia, spaghetti, vino ma soprattutto... tante armi di Vittorio Bonanni |
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[...] "Il libro di Riccardo Bagnato
e Benedetta
Verrini mette il dito
su una piaga ponendo l’attenzione
sulla produzione e
il commercio delle armi italiane.
Ed è una piaga ancora
aperta perché le leggi vigenti
non garantiscono la trasparenza
e un controllo democratico
sulle armi leggere. [..]
Il lavoro
svolto dai due giornalisti è
estremamente importante ed interessante, oltre che
documentatissimo e pieno
di fonti. Ed affronta uno dei
problemi più concreti, quello
della vendita delle armi,
su cui si possono misurare
soprattutto i paesi più sviluppati,
le cosiddette democrazie
occidentali, di cui il
nostro fa sicuramente parte." [...] |
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Life Gate - 5 marzo 2005 [ Web ] -
Armi d'Italia - Protagonisti e ombre di un made in Italy di successo di Stefano Carnazzi |
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Internazionale - 15 marzo 2005 [ p. 69 ] - Armi d'Italia |
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Arcoiris TV - 22 marzo 2005 [ Web ] -
Business d'Italia: è boom dell'industria bellica di Giulia Bessio |
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Radio RAI 3 - 28 marzo 2005 [ Radio ] - Armi domestiche |
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RAI - Gr Parlamento - 27 marzo 2005 [ Radio ] - a cura di
Marina Pivetta e Giancarlo Rossi |
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La Stampa (TuttoLibri) - 9 aprile 2005 [ p. 6 ] - Quando le armi italiane sparavano in tutto il mondo di Giorgio Boatti |
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[...] "Agli
oltre trecentomila morti annui
in conflitti armati si devono
però aggiungere altri 200
mila decessi annui causati da
armi da fuoco utilizzate in
contesti «pacifici». Come rammenta
un funzionario dell'
Onu, Sandro Calvani, nella
prefazione all'importante inchiesta
di Riccardo Bagnato e
Benedetta Verrini Armi d'Italia.
Protagonisti e ombre di un
made in Italy di successo,
pubblicata dall'editore Fazi, la
«cultura delle armi» ha un
prezzo altissimo. In guerra, ovviamente, ma anche in pace. [...]
Il libro di Bagnato e Verrini sa affrontare il tema delle armi da un'angolazione vastissima. In particolare analizza la questione dell'industria della difesa italiana, e della regolamentazione del suo export, in modo rigoroso e innovativo, senza compiacenze verso interessi sicuramente poderosi ma, altresì, senza attestarsi su utopie da anime candide che rifiutano di fare i conti con la dura realtà del mondo." [...] |
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il diario - 21 aprile 2005 [ Web ] - Brescia, Texas di Marta Chiavari |
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Nigrizia - 1 maggio 2005 [ Web ] -
Fratelli d'Italia… in armi di
Gianni Ballarini |
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Rivist@ - 6 maggio 2005 [ Web ] - Pallottole dal Bel Paese: intervista a Riccardo Bagnato di
Stefano Milani |
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Umanità Nova - 8 maggio 2005 [ settimanale ] - Alchimia mortale. Armi: un business che trasforma il piombo in oro di
Gatto Silvestro |
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"Italiani brava gente! L'Italia ha anche lei la sua missione nel mondo: assieme agli altri stati paladini della giustizia si è impegnata ad "esportare la democrazia", e per questo spedisce i propri super-eroi in divisa in giro per il mondo in qualità di "costruttori di pace" che fanno un culo così alle persone brutte sporche e cattive. E mentre l'economia non va proprio benissimo, gli italiani con il loro celebre ingegno riescono a far andare a gonfie vele un certo giro d'affari. Infatti ci sono dei bravissimi alchimisti nostrani che si preoccupano di trasformare il piombo in oro! Un'attività che è in sintonia con la missione italiana nel mondo in quanto, si sa, per esportare democrazia e pace è necessario fare un po' di casino e disporre degli strumenti adatti… " [...] |
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Culture a confine - 25 maggio 2005 [ Web ] - Recensione di
Matteo Bortolon |
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[...] "Il libro di Bagnato e Verrini si impone come uno dei più validi strumenti scaturiti dall'editoria italiana per lo studio e l'analisi nel campo degli armamenti in Italia. Il tutto suffragato da puntuali riferimenti storici e da una valanga di note con fonti, testi di riferimento, articoli e siti internet. Il modo in cui gli autori riescono a mantenere un tono scorrevole, nonostante tale prezioso apparato, è davvero sorprendente. " [...] |
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MILES, Rivista Militare Virtuale - 2005 [ Web ] - Recensione di Marco Pasquali |
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[...] " Per capire meglio i reali motivi che hanno portato alle recenti dimissioni del CSM gen. Fraticelli consiglio di leggersi anche questo libro uscito pochi mesi fa, in cui gli autori non solo rifanno la storia dell'industria bellica italiana e del commercio verso l'estero
[...] Buona anche l'analisi delle associazioni della società civile che cercano da anni di limitare il traffico d'armi almeno verso i clienti impresentabili. Ottimi infine l'appendice legislativa (col testo completo della legge 185 del 1990), l'apparato critico (cioè le note), la bibliografia e la sitografia , ovvero l'analisi delle fonti reperibili nell'internet. " [...] |
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Carta - 13 giugno 2005 - Recensione |
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Fin dalla copertina vengono i brividi: è il "made in Italy" che dalla pasta al vino arriva fino alle armi. Anzi, sono proprio le armi il "piatto forte": mine, aerei, elicotteri e chi più ne ha più ne metta. Il libro fornisce un quadro documentato e sconcertante dell'intero sistema delle armi "Doc" italiane che vedono il nostro paese tra i primi dieci produttori nel mondo. Come più volte ha denunciato Carta sono italiani i presidenti delle più importanti fabbriche di armi europee. Gran parte della produzione è sotto il controllo "pubblico" di Finmeccanica.
In tutto questo, naturalmente, non può mancare il tassello che arriva fino in Iraq e che chiude il cerchio costruito tra fabbriche d'armi, potere politico e potere finanziario. |
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Area - 1 settembre 2005 [ Rivista ] - Recensione di Luciano Pirrotta |
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Non riteniamo confutabile a tutt’oggi la celebre massima eraclitea: “Conflitto, padre di tutte le cose”. Se non bastassero migliaia d’anni di storia (e preistoria) umana a dimostrarlo, si potrebbe rinviare le “anime belle” pacifiste a rileggersi almeno Freud, che ha mostrato scientificamente, oltre ogni ragionevole dubbio o illusione, la componente aggressiva e le pulsioni di morte congenitamente insite nella nostra specie. Anche J. Hillman in un recente saggio tradotto dalle edizioni Adelphi (Un terribile amore per la guerra) ha ben illustrato le radici della profonda fascinazione esercitata dal fenomeno “guerra” insieme alle ragioni della sua perennità nei vari tempi e latitudini. Poste queste premesse non possiamo certo affermare di condividere il taglio generale caratterizzante il volume fresco di stampa di R. Bagnato e B. Valentini, né la concezione complessiva che lo sottende.
Lottare contro i mulini a vento lasciando ad altri la quota relativa ad una delle poche voci attive dell’export italiano – quello delle armi – ci sembra atto masochista di cui, data la congiuntura attuale, pensiamo si possa fare francamente a meno. Ciò non vuol dire che il libro, documentatissimo su padroni e padrini del commercio in questione frutto della doviziosa produzione di settore made in Italy, non sia degno di attenta e partecipata lettura. Un lavoro accurato, qualunque ne sia lo spirito di fondo – merita sempre rispetto. Informarsi poi su dati, scenari, retroscena di una rete così articolata – al di là delle personali scelte di campo – ci sembra doveroso per ogni cittadino che abbia a cuore le sorti del proprio Paese. |
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Il mondomani [ bimestrale dell'UNICEF Italia ] - luglio 2008 - Introduzione all'edizione tascabile |
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