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Il futuro a portata d'installazione
A Linz la venticinquesima
edizione di «Ars Electronica» RICCARDO BAGNATO Insieme al Media Lab di Boston - costola del Mit,
Massachusets Institute of Tecnology - l'Ars Electronica di
Linz, in Austria, rappresenta da anni un appuntamento
obbligato per artisti, ricercatori e curiosi, impegnati a
scoprire o a presentare le proprie riflessioni e le proprie
opere d'arte, nel campo della musica digitale, della computer
graphics o dell'arte interattiva. Da venticinque anni vengono
infatti organizzati convegni, conferenze e concerti; vengono
esposte installazioni; si premiano artisti, e si discute del
futuro delle nuove tecnologie applicate alle arti, il tutto
dal 2 al 7 settembre. Ogni anno, oltre 30mila visitatori
vengono qui per immaginare cosa accadrà nel futuro, grazie
anche al fatto che la città di Linz e la regione, insieme a
diversi sponsor privati, contribuiscono economicamente a un
budget di 2.1 milioni di euro per garantire il successo del
festival dell'«Arte, delle Nuove Tecnologie e della
Società».
Edizione particolare, però, quella di
quest'anno, dal titolo Timeshift ovvero «spostamento di
tempo» (www.aec.at). Da quel lontano e pionieristico 1979, in
cui si celebrò la prima edizione, di anni ne sono passati per
l'appunto venticinque. L'Ars Electronica è cambiata, è
cresciuta, si è consolidata. Fondamentale è stata nel 1987 la
creazione del Prix Ars Electronica. Di cruciale importanza per
la crescita del Festival, nel 1990, la decisione di aggiungere
alle categorie in concorso quella dedicata all'«Arte
interattiva», diventata nel tempo una caratteristica peculiare
del Festival. Ma quel che più ha confermato lo stato di salute
del festival, nel 1996, è stata l'apertura del museo dell'«Ars
Electronica» e del «Future Lab», che garantisce continuità fra
un'edizione e l'altra.
Migliaia i relatori da tutto il
mondo. Quest'anno, erano previsti, fra gli altri, Derrick de
Kerckhove, direttore del programma McLuhan; Lawrence Lessig,
professore della scuola di legge di Stanford e promotore della
battaglia per la libertà di espressione su Internet; e ancora:
Bruce Sterling, autore di romanzi science fiction;
Howard Rheingold, fra i promotori di Wikipedia, la prima
enciclopedia online scritta e mantenuta dagli utenti
(http://en.wikipedia.org).
Ma chi si aspetta atmosfere
da hackmeeting rischia di rimanere deluso. Qui, ad esempio,
Windows di Blii Gates non incontra adepti, ma nemmeno Linux
riscuote un particolare successo. Qui, di casa è Apple. Vuoi
per una questione stilistica, o per l'affidabilità del suo
sistema operativo in ambiente grafico, nella Electrolobby del
festival, dove chiunque può connettersi ad Internet, la
maggior parte usa bianchi, piccoli e costosi mac.
Molte
le opere di artisti giapponesi, vera sorpresa dell'edizione
2004, riuniti nel Iamas (Progressive Media Art Education
from Japan, www.iamas.ac.jp).
Particolarmente
interressante è stata la presenza della «Srishti School of
Art, Design and Technology» di Bangalore in India. Tra gli
oratori della conferenza intitolata «Spirit», Geetha
Narayanan, direttrice e fondatrice di Srishti
(www.srithtiblr.org) ha avuto anche un'accoglienza
particolarmente calorosa e un applauso altrettanto
significativo. Geetha Narayanan si occupa di educazione per
minori abbandonati nelle periferie delle città indiane con
l'aiuto di architetti, artisti, donne e uomini del luogo, ma
senza il sostegno del governo o delle banche. «Questo perché,
da un lato non è facile ottenere prestiti o finanziamenti, e
dall'altro per una nostra decisione: vogliamo rimanere
indipendenti e vogliamo offrire ciò che possiamo realmente
dare». E ha aggiunto «Per farlo, la prima cosa da fare è dare
consapevolezza della realtà che ci circonda. Essere
consapevoli, vuol dire per noi, e per i bambini, avere un
rapporto sincero con il proprio corpo e con il proprio
ambiente. In questo senso le nuove tecnologie, associate ad
una riflessione artistica, possono fare molto». Una voce fuori
dal coro, non solo qui all'Ars Electronica, dove confessa «mi
sento un po' fuori luogo», ma anche in India, dove la maggior
parte dei giovani con le dovute possibilità economiche vanno
negli Stati Uniti o in Inghilterra a studiare per poi
raggiungere una posizione che in India è loro impossibile. Un
fenomeno, questo, conosciuto come «fuga di cervelli» e che in
India ha raggiunto livelli allarmanti. «Non ci sono college
sufficienti per accogliere tutti coloro che vorrebbero e
possono studiare - dice Narayanan - e tuttavia, le prime
generazioni di `cervelli' che sono partite con l'avvento della
new economy, oggi, si ritrovano chi con molti soldi (pochi),
chi (la maggior parte) con niente nelle mani.. come me. La
differenza fra me e loro è che in questi anni ho lavorato
sulla realtà, ho costruito relazioni, vissuto nel mio
quartiere e so che per questi motivi lavorerò fino agli ultimi
giorni della mia vita, senza preoccuparmi di perdere potere o
lavoro».
E' forse per questo motivo che, sulla base dei
13mila votanti che fino ad oggi hanno scelto il tema delle
prossime edizioni dell'Ars Electronica digitando sui computer
presenti nella Brucknehaus dove si svolgono le conferenze, sta
vincendo il titolo Please, a better world to live in:
per favore, un mondo migliore in cui
vivere.
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